15 Marche di Borse Italiane: i Nomi Più Importanti
|Il mondo ci invidia e ammira per un “bene” in particolare: il made in Italy. Non solo nell’enogastronomia, l’Italia ha un gusto sopraffino anche per la moda e le borse.
Il made in Italy è da sempre sinonimo di altissima qualità e stile, supportate da know-how e minuzia, in pelletteria, calzature e tessili fatti per meravigliare e durare nel tempo.
Le borse italiane hanno i volti di piccoli artigiani e designer a cinque stelle; raccontano storie di passione quotidiane.
Attenzione: solo le vere borse italiane incarnano il sapere artigianale e l’orgoglio dei piccoli centri manifatturieri del centro Italia (e non solo) dove pellami e tessuti prendono nuova vita.
Delle tante stelle del firmamento del “made in Italy”, oggi presenteremo 15 tra i nomi più importanti in una mini enciclopedia della borsa dal DNA italiano. Dalla A di Armani fino alla V di Valentino. Andiamo a scoprirli…
Indice:
- 1. Alviero Martini
- 2. Armani: Emporio Armani (EA) e Armani Exchange (AX)
- 3. Borbonese
- 4. Bottega Veneta
- 5. Coccinelle
- 6. Fendi
- 7. Furla
- 8. Gucci
- 9. Love Moschino
- 10. Pinko
- 11. Piquadro e The Bridge
- 12. Prada e Miu Miu
- 13. Trussardi
- 14. Valentino Garavani
- 15. Valentino By Mario Valentino
- Conclusioni
1. Alviero Martini
L’omonima casa di moda è stata fondata in zona Navigli, Milano, nel 1991 dal designer cuneese Alviero Martini.
Alviero è l’italiano amante dei viaggi e dell’arte a tutto tondo; specializzato in allestimenti e modellistica, si cimenta con successo anche nel teatro!
Il viaggio è il tema principale del brand con l’intramontabile stampa Geo della linea 1ª Classe.
Acquisita dal Gruppo Final SpA, Alviero Martini è ancora oggi una realtà basata su piccoli artigiani italiani ed è particolarmente lanciata nel Vicino ed Estremo Oriente.
Nel 2008, Alviero Martini inaugura il capitolo ALV (Andare Lontano Viaggiando) centrato sui ricordi di viaggio di Alviero. La maison realizza borse chic e poliedriche come il fondatore, perfette per l’ufficio e vacanze.
La donna 1ª Classe è raffinatamente acqua e sapone, come queste borse dalla grafica vintage e palette cromatica luminosissima.
Le collezioni propongono una vasta gamma di accessori coordinati e borse dalle silhouette lineari in pelle, eco-pelle e tessuti goffrati.
Il brand predilige tonalità neutre, brillanti o color pelle, delicate texture 3D, e le famose stampe GEO.
Alviero Martini ha prezzi non troppo proibitivi con modelli inferiori ai 90 euro o che sfiorano i 600 euro.
Alviero Martini Borsa Shopping
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2. Armani: Emporio Armani (EA) e Armani Exchange (AX)
L’impero Armani, fondato da Giorgio Armani e Sergio Galeotti a Milano nel 1975, si è diffuso globalmente coprendo tutti i settori merceologici del lusso, inclusi hotel e ristoranti.
La GiorgioArmani SpA è un’italiana è cresciuta grazie a oculati contratti di partnership – L’Oréal e Luxottica, rispettivamente per le sue linee di profumi ed eyewear – e acquisizioni consistenti.
Armani è composta da diversi marchi tra cui Emporio Armani (EA) e la più recente Armani Exchange (AX).
EA è nata nel 1981 ed è la linea moderna e trendy. I suoi modelli da giorno, ufficio e sera hanno uno spirito sporty-chic.
EA predilige design sobri, anche personalizzabili; adopera pelle e similpelle, e usa il logo come decorazione principale in micro stampe monogram o l’iconica aquila.
I prezzi partono all’incirca dai 100 euro e non superano i 600 euro.
Emporio Armani Borsa Tote
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AX nasce nel 1991 come risposta di “Re Giorgio” al “fast fashion“.
È una linea di “lusso accessibile” dallo stile più urbano e grintoso con un catalogo essenziale dal design minimal e idee per giornaliere, zaini compresi.
I prezzi sono mini: all’incirca dai 100 euro e inferiori ai 150 euro.
Armani Exchange Borsa Hobo
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3. Borbonese
Borbonese è la più antica maison attiva in Italia ed è nata a Torino nel 1910 grazie a Lucia Lorenzoni Ginestrone.
Lucia è una modista e acquista un piccolo laboratorio di gioielleria, proponendo accessori alla borghesia torinese.
Il figlio Umberto sviluppa e spinge l’azienda, entrando in contatto con il panorama artistico italiano e quello internazionale della moda.
Negli anni ’60 Borbonese crea borse per Valentino e YSL; negli anni ’70 stringe un accordo con la bolognese Redwall, entrando nel prêt-à-porter negli anni ’80 e venendo inglobata dalla società partner nel 1992.
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Borbonese viene inglobata dall’americana Arpels nel 2000, ma viene rivenduta poco dopo per le bassissime vendite.
Cocchini, il nuovo CEO, ristruttura l’azienda e la riporta agli splendori di un tempo, riconfermando il nome Borbonese.
Seppure piccola, è un’italiana DOC e firma molti modelli con la sua storica texture O.P.
Troviamo in Borbonese pratiche soluzioni cittadine per tutti i giorni, soprattutto in pelle e nylon, in un catalogo ricco e borghesemente per bene.
La fascia di prezzo è ampiamente accessibile con pezzi all’incirca tra i 50 e i 400 euro.
Borbonese Borsa Luna Bag
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4. Bottega Veneta
La storia del made in Italy si sposta a Vicenza con la Bottega Veneta di Zengiaro e Taddei, ispirata al mondo delle piccole botteghe artigianali venete custodi di antichi saperi.
Tra gli anni ’70 e ’80 è famosa internazionalmente con le sue creazioni in pelle e lo slogan “When your initials are enough“.
La crisi arriva alla fine dei ’90 e porta alla sua acquisizione da parte di Gucci nel 2001, anno in cui inizia il rigoroso restyling di Maier.
Come Gucci, anche Bottega Veneta entra nell’orbita della francese Kering-PPR.
Bottega Veneta esordisce nel prêt-à-porter nel 2008, ma la sua fama è legata alla pelletteria e alla borsa intrecciata.
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La sua sede fiscale è a Lugano, ma Bottega Veneta conserva il suo cuore artigianale in Italia con il suo atelier vicentino.
Il suo catalogo è ricercato, esteticamente e produttivamente genuino; dunque la sua fascia di prezzo è alta: tra i 1.000 e al di sotto dei 10.000 euro. I pezzi da collezione superano tale cifra.
Bottega Veneta Borsa a Spalla
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5. Coccinelle
Questo brand specializzato in pelletteria e piccoli accessori è un portafortuna, scelto proprio per questo dal fondatore Giacomo Mazzieri nel 1978.
Nata in provincia di Parma come azienda di prototipi ed evolutasi in produttrice di borse, Coccinelle ha galoppato verso il successo dagli anni ’90 fino ai primi del 2000, arrivando persino in Mongolia!
Nel 2006, con il passaggio alla Mariella Burani, inizia un upgrade del brand che viene acquisita dalla coreana E-Land, pur rimanendo italiana per materiali, processi produttivi e lifestyle.
La coccinella è simbolo di fortuna, natura e soprattutto della femminilità che transita dall’adolescenza all’età adulta.
I suoi accessori hanno, appunto, una personalità fresca e spensierata con uno stile casual-chic da signorina: design essenziali ed equilibrati, compagne del tempo libero con una vasta palette di colorazioni naturali e luminose.
Coccinelle si propone come brand di “lusso accessibile” e adopera materiali pregiatissimi come camoscio e pelli variamente lavorate, materiali naturali come juta e canvas.
Accessibile: i suoi prezzi sono superiori ai 100 euro e superano di poco i 450 euro.
Coccinelle Borsa a Spalla Dione
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6. Fendi
Fendi è sinonimo di lusso!
La maison nasce nella capitale negli 1925 con la prima boutique di Adele ed Edoardo Fendi in via del Plebiscito.
La seconda generazione Fendi è tutta al femminile con le cinque sorelle Fendi che scelgono il designer Karl Lagerfeld come direttore creativo negli anni ’60.
Nel 1977, Fendi lancia la prima linea donna ready-to-wear firmata da Lagerfeld, presentata in una location d’eccezione: Palazzo Pitti.
Nel 2001 la famiglia vende interamente le proprie quote e Fendi viene inglobata dal colosso francese LVMH, casa di Louis Vuitton.
L’acquisizione non scalfisce la fama della maison, ancora oggi sinonimo di ricchezza come le celeberrime borse Baguette e Peekaboo.
Lo stile Fendi è senza tempo e sofisticato, classico ma aperto al colore.
La maison rimane fedele alle origini pellettiere scegliendo materiali pregiatissimi come vitello, pelli esotiche e pelliccia, oltre a raffia, eco-pelle e canvas.
Le borse Fendi hanno profili eleganti, dettagli ricercati e loghi gioiello. Sono modelli giornalieri con una svariate declinazioni, dal basic alle creazioni da passerella con ricami e inserti in pelliccia di visone.
I prezzi, medio-alti, partono all’incirca dai 300 euro delle clutch e superano i 9.000 euro per una Peekaboo in struzzo.
Fendi Borsa a Spalla
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7. Furla
Una storia di famiglia in quel di Bologna, dove Aldo e Margherita Furlanetto si lanciano nella distribuzione di accessori femminili.
I due inaugurano il loro primissimo negozio in via Ugo Bassi nel 1955 e i figli ne seguono le orme negli anni ’60, quando Furla introduce la prima collezione di borse.
Alla crescita del catalogo segue la crescita sui mercati europei e quello statunitense, e l’approdo in Giappone nei ’90.
Furla è una società per azioni controllata dai due rami della famiglia Furlanetto e rimane in famiglia fino al 2007.
Nel 2016 balza in borsa e, nonostante ciò, continua a rimanere una solida realtà familiare.
Il catalogo Furla vede borse bon ton e giornaliere, come l’iconica tracolla Metropolis, declinate in tantissime colorazioni con alcune concessioni alle stampe.
Furla strizza l’occhio anche al kawaii con le frizzanti collaborazioni Sanrio.
Il pellame (stampato, texturizzato o trapuntato) è il materiale preferito, seguono similpelle e raffia intrecciata.
Furla si pone nella fascia media con modelli tra i 100 euro e i 500 euro.
Furla Mini Borsa Tracolla Metropolis
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8. Gucci
Nata a Firenze dall’amore per le valigie di Guccio Gucci negli anni 20 del secolo scorso, Gucci ha attraversato molti alti e bassi, ma è ancora oggi un acclamato status symbol con un volto ora più solidale e ambientalista.
La compagnia è esperta in ogni campo del lusso, dall’abbigliamento all’home dècor, e cresce inglobando varie società del calibro di YSL, Balenciaga e Bottega Veneta dal 1999 in poi.
Prima del 2004, quando passa quasi completamente sotto il controllo del colosso parigino Kering (nota come PPR).
Lo stile Gucci non ha eguali e si riconosce subito per l’uso di materiali ricercatissimi e il suo mix di classe ed esuberanza.
Scelte evidenti in modelli evergreen come la Jackie O e accessori sfarzosi come la Dyonisus.
La donna Gucci ama certamente ostentare i suoi “gioielli” che si piazzano nella fascia di prezzo più elevata: all’incirca tra i 500 euro ad un massimo di 20.000 euro.
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Gucci Borsa a Spalla
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9. Love Moschino
Moschino incarna lo spirito pop anni ’80, Love Moschino il brio della generazione successiva.
La vena artistica di Franco Moschino è il filo conduttore di tutti i branch della maison, nata nel 1983 a Milano.
Alla morte del fondatore, segue la collaboratrice Jardini, mentre la compagnia macina successi.
Acquisita da Aeffe, la Moschino SpA è una forza italiana lanciata verso futuro e collaborazioni internazionali sotto la guida creativa di Jeremy Scott.
Moschino ha sempre interpretato la moda con spirito libero e non convenzionale, ogni stagione in modo diverso, occupandosi di tutte le categorie di prodotti ed età.
Love Moschino nasce nel 2008 dalle precedenti linee Moschino Jeans e rappresenta la sezione più giovane e trendy della maison.
Lo stile delle borse Love Moschino è dinamico e cool, infuso di “love”, amore come empatia e sentimenti.
Le collezioni sono ricche di design funzionali, comodi ed eco, che danno vasto spazio alla fantasia con toppe, charms, stampe coloratissime e finiture sgargianti.
Si pone nella fascia del lusso accessibile all’incirca tra i 100 e i 200 euro circa.
Love Moschino Borsa Tracolla
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10. Pinko
Pinko ha origine negli anni ’80 col progetto Cris Conf di Pietro Negra e della compagna Cristina Rubini, i quali si lanciano in proprio nel 1986 con Pinko, appunto.
L’idea chiave è moda per giovani con collezioni flash settimanali. Negli anni ’90, la coppia trasferisce il progetto Pinko nel prêt-à-porter puntando ad una fascia d’età più ampia e rendendo le creazioni più distinguibili.
Nel 2000 Pinko si espande internazionalmente grazie al franchising e, dopo una contrazione economica nel 2014, entra nel progetto Elite di Borsa italiana per piccole e medi imprese quotate in borsa.
Pinko ha i volti noti di Naomi Campbell e Mariah Carrey, una vera fan del brand, e immagina la sua donna-tipo audace, sensuale e sicura di sé.
Le sue borse sono multiformi, sobrie di giorno e grintose di sera.
Se i modelli non sono numerosi, le varianti di tonalità e decorazioni bilanciano la situazione con tinte pop e applicazioni 3D, oltre agli iconici “love birds” delle fibbie.
Pinko è dinamicità e modernità come le fibre ottiche che rendono le tinte vibranti. I prezzi, accessibili, oscillano tra i 200 ai 400 euro circa.
Pinko Borsa con Catena Love Simply
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11. Piquadro e The Bridge
Piquadro è la P di pelletteria al quadrato e l’iniziale del fondatore, Mario Palmieri.
Mario acquista pelletterie nella provincia di Rimini per rifornire i negozianti locali, finché decide di aprire la sua bottega nel garage di casa.
Inizia dalle cinture con l’aiuto della futura moglie, fonda il suo brand nel 1998 e apre il primo negozio nel quadrilatero della moda Milanese nel 2000.
I prodotti sono compagni tecnologici per l’ufficio, i viaggio e il tempo libero.
Nuovi negozi si susseguono in tutta Europa e in Oriente nel 2004, mentre nel 2006 viene inaugurata la nuova sede a Gaggio Montano dove Mario sposta il processo di pianificazione borse.
Nel 2016 Mario si innamora dello stile senza tempo della fiorentina The Bridge e l’acquisisce, i due brand hanno stili diversi ma stessa cura.
The Bridge Borsa a Tracolla
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I modelli Piquadro sono professionali e solidi, con profili essenziali ed estetica pulita.
Piquadro non ama gli eccessi ma si concede geometrie di colori.
The Bridge è il suo alter-ego dallo stile retrò, ricercato e boho. Un English style con i valori del made in Italy, soprattutto nella lavorazione del pellame rigorosamente fatto a mano.
Il brand gioca sui colori naturali e caldi del cuoio, ama colour block, cuciture decorative e piccoli charm boho.
I due cataloghi si completano e le fasce di prezzi sono mediamente accessibili: i prezzi Piquadro partono all’incirca dai 150 euro e non superano i 400 euro; The Bridge oscilla tra i 150 e i 650 euro circa.
Piquadro Borsa Tote
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12. Prada e Miu Miu
Il Gruppo Prada nasce dall’intraprendenza di due fratelli: Mario e Martino Prada.
Il primissimo negozio Prada apre in corso Vittorio Emanuele II a Milano nel 1913 e si occupa di accessori in pelle e cuoio e, fin da allora, è rimasta un’impresa di famiglia.
La terza generazione è quella di Miuccia Prada, amante della moda e stilista, la quale prende le redini dell’azienda per riportarla in auge con l’aiuto dell’imprenditore Bertelli, suo futuro marito.
Nel 1993 Miuccia lancia un progetto parallelo: Miu Miu, dal suo nomignolo.
Miu Miu Borsa a Spalla
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In questo caso, è la società italiana ad inglobarne altre: nel 1993 Prada acquisisce l’inglese Church’s ed entra in borsa affari nel 2011.
Il Gruppo non si ferma ma testa altri settori come lo sport con Luna Rossa, la ristorazione con la pasticceria Marchesi e la telefonia con un modello LG.
Prada è una laboratorio di sperimentazione dove il classico viene re-interpretato e il bello incontra il discutibile.
I modelli Prada sono freschi e bon ton con silhouette equilibrate, logo riconoscibile e costante, dimensioni compatte.
Miu Miu parla alle donne indipendenti con il suo stile anticonformista e provocatorio, lavorazioni originali e 3D come frange, nodi e reti in macramè.
La linea più giovane sperimenta con i materiali (pelle, tessuti, bambù, palmito e paglia) per soluzioni contemporanee e sbarazzine.
Prada e Miu Miu sono brand di lusso con alcuni pezzi mediamente accessibili: Prada oscilla all’incirca tra i 600 e i 5000 euro, Miu Miu tra i 650 e i 2000 euro circa.
Prada Borsa a Mano
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13. Trussardi
L’impero è saldamente nelle mani della famiglia Trussardi dal 1911, anno dell’apertura della prima bottega a Bergamo. Si tratta di un negozio di guanti in pelle inaugurato da Dante.
Da allora le generazioni si sono susseguite con successo e senza crepe, puntando all’espansione e innovazione con un particolare gusto per il teatro e l’arte.
Il Gruppo Trussardi ha sede a Milano e una fondazione artistica intitolata a Nicola Trussardi, vanta un proprio ristorante, il Trussardi alla Scala, e ben 5 sezioni produttive ognuna con proprie boutique e pubblico selezionato.
Le borse Trussardi sono classici in pelle dall’elegante lavorazione matte e satin con geometrie essenziali sulle quali spicca l’iconico levriero in metallo.
I modelli Trussardi Jeans mirano ad un pubblico più giovane con pezzi casual e minimal-chic, come marsupi e pochette dalle forme morbide, e soluzioni eco-friendly che imitano pelle e pitone.
I pezzi variano, ma si posizionano nella fascia mediamente accessibile: Trussardi tra i 300 e i 500 euro, Trussardi Jeans a partire dai 100 euro fermandosi alla soglia dei 200 euro.
Trussardi Jeans Borsa Tote
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14. Valentino Garavani
Valentino Garavani è la sezione borse e accessori della stellare maison Valentino e, ovviamente, prende il suo nome dal “re della moda italiana”.
L’azienda nasce nel 1957 a Roma, in via dei Condotti, come maison di lusso fin dagli esordi e viene lanciata ufficialmente nel 1962 con una sfilata a Palazzo Pitti, un successo di vendite.
La sua clientela è la crème de la crème della società internazionale. La maison ha un gusto esclusivo e lavora su misura, ma nel 1978 muove i passi nel prêt-à-porter.
Nel 1998, Garavani e il socio Giammetti vendono all’italiana Hdp (Gianni Agnelli), poi Valentino passa alla Marzotto SpA e, per finire, alla società qatariota Mayhoola for Investments.
Questo movimento non scalfisce l’italianità di Valentino che ha sede e laboratori di sartoria in Italia, in particolare a Roma con la sua scuola di specializzazione “Bottega Couture”.
Le borse Valentino Garavani incarnano un’eleganza naturale che si riflette nella fascia di prezzo molto ragionevole: all’incirca tra i 1000 e i 3.000 euro.
Centro dell’attenzione è l’elegante logo V; materiali prediletti sono nappa e pellami, fibre naturali intrecciate e canvas stampata.
Decorazioni 3D, come ricami di perline e borchiette, sono benvenute e sapientemente scelte nel contesto di particolari modelli. Il lusso di Valentino non è mai ostentato o pacchiano, è arte per una donna raffinata.
Valentino Garavani Borsa a Mano
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15. Valentino By Mario Valentino
Un caso davvero particolare: la città che dà i natali a questa maison è Napoli, è una storia rionale che arriva sulle copertine di Vogue France.
Valentino by Mario Valentino inizia dalla bottega artigianale del signor Vincenzo che confeziona calzature su misura … anche per i reali!
Il figlio Mario Valentino si appassiona e apre uno studio indipendente dove sperimenta soluzioni artistiche e all’avanguardia.
Deve la sua fama ad un sandalo piatto ultra-chic con fiore di corallo, prima di arrivare al mondo delle borse nel 1966 dopo un soggiorno negli States.
Il sogno di Mario Valentino è ancora oggi nelle mani di famiglia a Napoli.
Le borse Valentino by Mario Valentino sono create con gusto artigianale e una sapiente lavorazione del pellame per un’impareggiabile morbidezza.
Modelli versatili, eleganti e casual; il catalogo borse e accessori è ricchissimo e diretto a donne e ragazze di ogni età.
Lo stile non è esuberante, ma lascia il materiale attirare l’attenzione con vitello in tinta unita brillante ed eco-pelle così perfetta da sembrare vera. È un made in Italy a portata di tutti tra i 50 e i 400 euro.
Conclusioni
Il panorama della moda tricolore comprende più di 79 mila micro e piccole imprese genuine con Toscana e Veneto ad arricchire il mercato.
Il vero made in Italy si intuisce “a pelle” e a primo sguardo: è l’odore del pellame lavorato ad arte, è similpelle che sembra vera per magia, è l’illusione della paglia intrecciata.
È anche e soprattutto questione di stile.
L’eleganza del made in Italy, come quello delle 15 protagoniste di oggi, è innato ed è ciò che la Rossellini, nostra ambasciatrice nel mondo, ha definito “vero punto di forza dell’Italia e quindi dei grandi artisti”.
Il mondo ha proprio ragione a invidiarci!